E se ci fosse un solo leader possibile ?


Fini come Lazzaro ?
Fini come Lazzaro ?

di Alessio Papi

Quello che sta avvenendo a destra sembra uscito da una commedia grottesca.

Trombati, diseredati e fuoriusciti parlano di programmi, ideali, modernizzazione di un movimento, ma fuori dall’anglofono “next-An” non si vede alcuno spiraglio di lucidità.

I motivi sono (forse) noti le colpe anche, a cominciare dai protagonisti della vicenda.

E’ curioso come coloro che sono i veri artefici della disfatta oggi si propongano tra costituenti e assemblee come i “salvatori della patria”.

L’ex sindaco di Roma ne è uno degli esempi più lampanti, ha avuto un’occasione irripetibile, ma grazie a scandaletti, compagni di merende, ed una esperienza amministrativa “troppo moderata” è riuscito a lasciare a casa la metà degli elettori romani.

Stesso discorso per il leader de La Destra, partito il cui risultato elettorale da prefisso telefonico, è tutto merito di una manciata di eroici candidati locali (alle amministrative il rapporto lista/preferenza è dell’80 %), il quale è nella oggettiva incapacità di attrarre il voto d’opinione  da una parte per l’abitudine di circondarsi di “yesman” (così sono contenti gli anglofoni) dall’altra per una parossistica personalizzazione del movimento di stampo berlusconiano (ma con risultati totalmente diversi).

 Su Fratelli d’Italia farsi un’opinione è difficile, ma c’è il forte sospetto che sia stato creato in un laboratorio di Palazzo Grazioli.

C’è poi (o meglio c’era), “l’altra destra” quella dei Granata, Bocchino, Croppi, improvvisamente fulminati dalla politica “green”che flirtano con i verdi , ma probabilmente verde è anche qualcosa che si sono fumati.

Insomma un pantano nel quale per anni un uomo solo è riuscito a non affondare, perché in fondo ha nel DNA i cromosomi del Leader con L maiuscola.

Di Gianfranco Fini ne abbiamo detto e scritto di tutto, nel bene e nel male.

Da eroe nazionale ai tempi di AN a peggior appestato del periodo Fli – Monti.

Certo la lista degli errori è corposa, a cominciare dallo scioglimento di An, la vicenda Montecarlo, Fli ed infine la deriva montiana, ma a sua discolpa bisogna dire che non era solo.

Troppi compresi coloro che oggi fanno i “rifondaroli”, non hanno detto no, mentre altri successivamente l’hanno “mal consigliato” per ruggini personali con l’ex-premier, gli stessi che oggi hanno trovato una irrefrenabile vocazione ambientalista.

Spesso oltre alle amicizie si sbagliano anche le compagne  e su probabile “istigazione familiare” Fini in questi ultimi anni ha cercato degli spazi non suoi, con il risultato oggi è sotto gli occhi di tutti.

Sarebbe però un ulteriore errore cercare di non ricompattare un mondo che nonostante tutto continuiamo ad amare.

L’opera di riconciliazione sarebbe dolorosa, Gianfranco Fini dovrebbe presentarsi al “suo” Popolo con il capo cosparso di cenere facendo ammenda degli errori commessi, chiedere scusa come un bravo scolaretto che si è reso conto di aver frequentato cattive compagnie.

Uno scatto di orgoglio e umiltà che dovrebbero fare tutti, per salvare una comunità e creare una alternativa credibile, perché da quando “eravamo giovani” abbiamo sempre creduto in progetto politico e non in una poltrona.